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A che punto è il vostro progetto e quali sono gli obiettivi per il futuro?
Il nostro progetto è già oltre la fase di idea: abbiamo sviluppato, testato e brevettato una tecnologia a TRL 7-8, pronta per il mercato. Niver è stato validato con sondaggi su oltre 1.100 cittadini, con il consenso di oltre il 90% degli intervistati, e con il supporto diretto dei soccorritori di emergenza, che lo ritengono uno strumento basilare. Abbiamo investito risorse proprie e costruito un ecosistema di partnership istituzionali e associative, conquistando riconoscimenti nazionali ed europei. Non siamo una startup che “cavalca” mode tecnologiche: siamo una realtà che ha trasformato un bisogno universale — l’accesso immediato a dati sanitari vitali — in una soluzione concreta e certificata. Obiettivi per il futuro: 2026 → Avvio della distribuzione in Italia, con focus su cittadini e canali B2B (trasporti, assicurazioni, enti sanitari). 2027–2028 → Scalabilità in Europa con “Niver OnBoard”, estendendo il servizio a treni, aerei e navi, creando un nuovo standard di sicurezza sanitaria internazionale. Lungo termine → Internazionalizzazione extra-UE e integrazione strutturale nei protocolli di emergenza pubblici, rendendo l’accesso rapido ai dati vitali un diritto universale. La nostra ambizione non è lanciare “un’app alla moda”, ma creare un’infrastruttura digitale salvavita: un futuro in cui ogni cittadino europeo, ovunque si trovi, possa sentirsi protetto, sapendo che la tecnologia serve a salvare vite, non a consumarle.
Quando e come nasce l'idea?
L’idea nasce da un’esperienza reale e dolorosa. Anni fa, un uomo cosciente ma incapace di comunicare a causa della barriera linguistica si trovò in una situazione di emergenza: l’assenza di informazioni mediche accessibili in quel momento ha avuto conseguenze gravi e irreversibili.
Da quell’episodio è nata una domanda semplice ma potente: come possiamo garantire che, in ogni emergenza, le informazioni vitali siano sempre disponibili, ovunque e per chi può davvero salvare una vita?
La risposta è diventata la nostra missione. Un gruppo di giovani visionari, unendo competenze mediche e tecnologiche, ha dato vita a un progetto concreto: una piattaforma digitale che in pochi secondi permette ai soccorritori autorizzati di accedere a dati sanitari certificati, superando barriere linguistiche, stati di incoscienza e ritardi diagnostici.
Quello che è nato come un sogno dopo un evento drammatico è oggi una realtà brevettata, validata da cittadini e operatori sanitari, pronta a diventare un nuovo standard di sicurezza sanitaria. La nostra convinzione è che ogni vita meriti rispetto e protezione, e che la tecnologia debba servire l’umanità: è da qui che è nato Niver.
Qual è la caratteristica che vi distingue dai competitor e che potrà essere la chiave del vostro successo?
La nostra forza sta nell’aver creato una soluzione che non ha equivalenti sul mercato. Oggi esistono app che raccolgono dati autocertificati o sistemi chiusi che richiedono chiavi di accesso complesse, ma nessuno garantisce l’accesso immediato e certificato a dati sanitari vitali in emergenza.
La differenza è netta:
Niver funziona con memorie passive: oggetti quotidiani che si trasformano in device sicuri e sempre disponibili, senza bisogno di rete, batterie o server energivori.
I dati sono certificati dal medico curante, non inseriti dall’utente, eliminando errori e falsificazioni.
Il tempo di accesso è immediato: pochi secondi, in qualsiasi lingua, superando incoscienza e barriere comunicative. Come afferma l’art. 1 della legge 219/2017: “Il tempo della comunicazione tra medico e paziente stabilisce il tempo di cura”. In emergenza, ogni secondo può fare la differenza tra la vita e la morte.
Questa è la chiave del nostro successo: un vantaggio competitivo unico, riconosciuto dal mercato stesso. I sondaggi condotti su oltre 1.100 cittadini mostrano un consenso superiore al 90%: quasi tutti ritengono fondamentale avere sempre con sé informazioni mediche certificate, e i soccorritori intervistati (118, CRI, ANPAS) confermano al 100% l’utilità di uno strumento come Niver.
Non è solo una tecnologia innovativa: è un nuovo standard di sicurezza sanitaria, pronto per diventare un modello europeo.
A che punto è il vostro progetto e quali sono gli obiettivi per il futuro?
Il nostro progetto è già realtà. Niver non è più un’idea: è una tecnologia brevettata, sviluppata e testata a un livello TRL 7-8, pronta per essere adottata. Abbiamo investito oltre 200.000 euro di risorse proprie, validato la soluzione con sondaggi su più di 1.100 cittadini (con un consenso superiore al 90%) e raccolto il sostegno di soccorritori professionisti (118, Croce Rossa, ANPAS) che lo considerano uno strumento indispensabile. I numerosi premi e riconoscimenti nazionali ed europei sono la conferma che la strada intrapresa è solida.
Il nostro obiettivo immediato è portare Niver sul mercato italiano nel 2026, con un doppio canale: B2C (cittadini che vogliono avere sempre con sé i dati vitali certificati) e B2B (partnership con trasporti, assicurazioni ed enti sanitari).
Il passo successivo è l’Europa, con Niver OnBoard: un’estensione del servizio per treni, aerei e navi che trasformerà la mobilità internazionale in un contesto più sicuro, creando un nuovo standard sanitario.
Nel lungo termine, la nostra visione è globale: integrare Niver nei protocolli di emergenza pubblici e privati, rendendo l’accesso rapido ai dati vitali un diritto universale, ovunque e per chiunque.
Partecipare a questo premio significa per noi non solo dare visibilità a una tecnologia che può salvare vite, ma anche costruire alleanze con StartupItalia, investitori e grandi gruppi. Perché solo insieme possiamo scalare rapidamente un servizio che non appartiene a una singola startup, ma a tutta la società.
In un mondo in cui molte soluzioni tecnologiche inseguono mode effimere, noi offriamo qualcosa di diverso: un’infrastruttura digitale salvavita, pronta oggi, per restituire fiducia e sicurezza a milioni di persone. Ogni secondo conta. Ogni vita conta. Questo è il futuro che vogliamo costruire.
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